Mt 16, 13ss
La domanda sull’identità di Gesù era stata sollevata dai discepoli dopo la tempesta sedata (Mt 8, 27) e dal re Erode dopo la morte di Giovanni il Battista (Mt 14, 2).
Ora risuona sulla bocca di Gesù come un riscontro ufficiale della fede dei Dodici: La gente chi dice che sia il Figlio del’Uomo?; E voi chi dite ch io sia?.
Per la gente Gesù è un profeta; per i Dodici, rappresentati da Simon Pietro, Gesù è il compimento delle profezie.
La risposta, messa dall’evangelista sulla bocca dell’ apostolo, è una sintesi della fede pasquale della chiesa: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Gesù accoglie la confessione di Simon Pietro e risponde in tre momenti.
Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.
Aprendosi alla rivelazione del Padre, Simon Pietro dimostra di essere uno di quei piccoli ai quali il Padre si compiace di rivelare i misteri del Regno dei cieli.
Dopo averlo proclamato beato, Gesù fa’ a Simon Pietro una promessa: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa.
È possibile che il cambiamento di nome si avvenuto in precedenza: qui Gesù lo spiega, indicando il compito che Simon Pietro avrà nella fondazione della Chiesa.
La pietra angolare della chiesa di Gesù non sarà quindi il tempio di Gerusalemme, ma colui che ha confessato la fede messianica.
Alla fine Gesù si sofferma sul compito che Pietro ricoprirà nella sua chiesa: A te darò le chiavi del Regno di cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli.
Usando l’espressione Regno dei cieli parallelamente al termine chiesa, Gesù sottolinea che il Regno dei cieli comincia sulla terra in una comunità di cui stabilisce il capo.
Come la città della morte, anche la città di Dio ha delle porte ed esse lasciano entrare solo quelli che ne sono degni.
Pietro ne riceve le chiavi: a lui spetterà quindi di aprire o chiudere l’ingresso nel Regno dei cieli tramite la chiesa, ovvero tramite il potere di amministrare la comunità con tutte le decisioni opportune.
Se Gesù ha rivelato la volontà di Dio portando a compimento la Legge e i Profeti, Pietro e gli altri apostoli in comunione con lui, ricevono il compito di insegnare ad osservare tutto quello che Gesù comandato (cf. Mt 28, 20).
Dire chi è Gesù non è solo esprimere un’opinione: è accettarlo come Cristo, Figlio di Dio, nella propria vita.
Quale che sia la nostra risposta, essa approfondisce il nostro rapporto con Gesù rispetto al passato e, nello stesso tempo, prepara un futuro in cui il nostro impegno dovrà essere confermato e approfondito.
Aderire al Figlio del Dio vivente vuol dire diventare pietre vive della chiesa di Cristo, cioè persone capaci di ricevere la vita da Dio e di trasmetterla a nostra volta ai fratelli.
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