Antonio Bello (affettuosamente chiamato d. Tonino) è nato ad Alessano il 18 marzo 1935. Ha studiato nei seminari di Ugento e Molfetta. Per la teologia ha frequentato il Seminario di studi sociali O. N. A. R. M. O. di Bologna.

E’ ordinato sacerdote l’8 dicembre 1957 da mons. Ruotolo che considera suo maestro spirituale. Consegue la licenza in Teologia alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale (Milano) e il dottorato all’Università Lateranense. Partecipa al Concilio come consulente teologico.

In diocesi lavora per diciotto anni in seminario, prima come prefetto e vice-rettore e dal ’74 come Rettore. L’arrivo di mons. Mincuzzi segna l’inizio di una profonda comunione e intesa pastorale. Nel 1976 è direttore dell’Ufficio Pastorale ed economo curato della Parrocchia Sacro Cuore di Ugento. Sono gli anni in cui può mettere a frutto sul campo le intuizioni e l’esperienza della formazione. Vengono fuori appieno le qualità di Pastore e la sensibilità particolare che aveva già lasciato intravedere.

Il periodo più intenso è il triennio (dal 1978 al 1981) che lo vede parroco nella chiesa della Natività della B. V. Maria di Tricase. E’ ricordato per l’affabilità e la vicinanza, per la guida forte e sicura, per la predilezione ai poveri, ai giovani, agli ammalati.

Nominato Vescovo, viene consacrato da mons. Mincuzzi il 30 ottobre 1982. La diocesi in cui è chiamato a servire è quella di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi unita a quella di Ruvo e unificate dal 1986.

La nomina a Vescovo interrompe il rapporto con la parrocchia ma non cambia il suo stile semplice e immediato. Il motto (dal Salmo 33) è un manifesto programmatico: Ascoltino gli umili e si rallegrino.

La croce e il pastorale, intagliati in legno d’ulivo, sono segni eloquenti dell’amore per la povertà e per la pace e del legame con la sua terra. L’anello episcopale è ricavato dalla fede nuziale della madre. Occorre lasciare i segni del potere – dice- noi abbiamo il potere dei segni.

Le indicazioni e le direttive confluiscono nel progetto pastorale del 1984: Insieme, alla sequela di Cristo, sul passo degli ultimi.

Trovano poi credibilità nelle sue scelte concrete: aiuta personalmente gli emarginati, gli ospita con sé prelevandoli dalla strada. Durante la crisi degli alloggi apre le porte della sua casa a 7 famiglie di sfrattati. Stessa accoglienza trovano i marocchini. Si mette al fianco di alcuni operai in sciopero minacciati dall’autorità giudiziaria.

Dal 1985 è presidente di Pax Christi. Lavora per la giustizia e la pace su scala internazionale, con riflessioni e proposte, proteste e denuncie.

Le sue esperienze trovano eco in tutta una serie di scritti dallo stile anch’esso immediato, originale, vivo e profondo.

Le prese di posizione gli procurano non poche incomprensioni e richiami. Ma la scelta dei poveri per d. Tonino è dettata solo dalle esigenze profonde e radicali di autenticità evangelica. Richiamando il gesto di Gesù nell’Ultima Cena indica la strada del servizio attraverso l’ immagine della stola e del grembiule, quasi il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale.

Nel 1991 scopre un male incurabile. Il suo modo di affrontare la malattia, con forza e fiducia, senza subirla passivamente, è la conferma più bella e sofferta delle sue parole e delle sue scelte, anche le più audaci. Come audace è stata la marcia della pace nella Jugoslavia martoriata dalla guerra, nel dicembre 1992, con altre 500 persone.

Dopo un periodo di riposo e cure ad Alessano, torna a Molfetta, dove vive intensamente i giorni della Quaresima e della Pasqua e vive il suo “passaggio” il 20 aprile 1993.

Ecco due citazioni dello stesso don Tonino:

« Possiamo concludere, allora, che il genere umano è chiamato a vivere, sulla terra, ciò che le tre persone divine vivono nel Cielo: la convivialità delle differenze! »

(don Tonino Bello)

« Quando vi rivolgete a Maria nella vostra preghiera, chiedetele che vi dia anche tanta capacità di sogno, non chiedete solo cose terra terra. Chiediamo alla Vergine che ci dia le calde utopie che riscaldano il mondo. »

(don Tonino Bello)

La Congregazione per le Cause dei Santi ha avviato il processo di beatificazione.

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