Lectio XX Domenica T. O. A

Mt 15, 21ss

Dopo aver discusso con i farisei, Gesù si ritira verso le regioni di Tiro e Sidone.

Gli va incontro una donna cananea, pagana, che lo riconosce come Messia e implora la guarigione per sua figlia: Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio.
Gesù non le risponde e, quando i discepoli gli chiedono di liberarsene esaudendola, Gesù rivela loro che, prima di occuparsi dei pagani, deve dedicarsi alla salvezza dei giudei, figli di Dio e delle promesse.

La giustificazione che Gesù dà del suo silenzio non ferma la donna che viene, si prostra davanti a Lui e insiste: Signore, aiutami!.
Gesù le risponde con un proverbio sprezzante, dandole del cagnolino: Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini.

Sorprendentemente la donna accetta di buon grado l’epiteto di cagnolino e la condizione di esclusa dalla mensa dei figli e, con grande intuito del cuore di Gesù, sfrutta l’immagine del cagnolino, per perseverare nella sua preghiera: È vero, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.
Così, a dispetto dei limiti imposti alla missione di Gesù, ella si dichiara disposta a mangiare anche solo le briciole del pane riservato ai figli.
L’atteggiamento di Gesù e la pesante provocazione davanti alla sua insistenza, non hanno fermato la donna, al contrario: le hanno permesso di esprimere la sua fede sincera in una preghiera perseverante.

Gesù ammira la fede che sgorga dal cuore di quella donna pagana e le concede quello che vuole: Ti sia fatto come desideri.

L’intuizione di una donna pagana ha anticipato i tempi della chiamata universale alla salvezza: era disposta ad accontentarsi delle briciole e Gesù le ha dato il pane dei figli.
Pur essendo stato inviato alle pecore perdute della Casa di Israele, Gesù non ha potuto tenere fuori dal banchetto del Regno una donna pagana che si è aperta alla Parola e ha percorso la via della fede.

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