Lectio Sacratissimo Cuore di Gesù

Gv 19, 31ss

 

I Giudei chiedono a Pilato di anticipare la morte dei tre crocifissi e di rimuovere le loro salme dal patibolo prima della celebrazione della Pasqua.

Pilato accoglie le loro richieste, ma quanto avviene al corpo di Gesù è tale che l’evangelista lo mette in grande evidenza.

 Venuti da Gesù, i soldati osservano che non è necessario spezzargli le gambe, perché è già morto.

Uno di essi decide allora di trafiggerlo con la sua lancia e, dalla ferita del fianco di Gesù, esce sangue ed acqua.

L’evangelista commenta: Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

L’evangelista dà testimonianza, riferisce ciò che ha visto, perché chi legge il Vangelo creda, approfondisca la propria fede.

Per lui il fiotto di sangue e acqua è importante per la fede, non tanto perché è un fenomeno difficile da spiegare, ma anche e soprattutto perché in esso egli vede compiersi una profezia di Gesù, riportata in precedenza: Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato (Gv 7).

L’acqua esce dopo il sangue, cioè dopo la morte di Gesù: lo Spirito infatti sarebbe stato effuso solo dopo che Gesù, con la sua morte, avrebbe riconquistato la gloria che aveva prima che il mondo fosse.

 Così il colpo di lancia del soldato, inferto a conferma della morte di Gesù, diventa paradossalmente l’inizio della vita, perché da Gesù morto fluisce l’acqua viva dello Spirito che sarebbe stato sorgente di vita per tutti quelli che avrebbero creduto in Lui.

 Quanto avviene è il compimento di due antiche profezie: Non gli sarà spezzato alcun osso (Es 12, 46); e Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto (Zc 12, 10).

Agli occhi dell’evangelista Colui a cui non vengono spezzate le gambe è il vero Agnello pasquale, l’unico sacrificio gradito a Dio.

Trafitto dalla lancia del soldato romano, Gesù avrebbe attirato alla fede non solo lui, ma, a partire da lui, tutti coloro che avrebbero ascoltato il Vangelo.

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