Mc 14, 12ss
Il giorno della preparazione era il giorno in cui venivano immolati nel tempio gli agnelli per il banchetto pasquale. Al tramonto si consumava in casa il pasto rituale in cui si ricordava il passaggio dell’angelo, alla vigilia dell’uscita di Israele dall’Egitto.
Gesù manda in città due discepoli e dà loro un segno. Tutto avviene secondo quanto è stato da Lui previsto: egli domina gli avvenimenti e affronta liberamente quanto gli accade.
Di proposito l’evangelista non menziona l’agnello che il capofamiglia doveva sacrificare nell’atrio del tempio prima di riportarlo a casa: il vero agnello pasquale è Gesù.
Durante il pasto, Gesù compie i gesti rituali previsti dal rito pasquale.
Prende il pane azzimo, lo benedice e lo spezza prima di distribuirlo ai commensali.
Ma, a questo punto, pronuncia parole nuove, mai udite prima, che conferiscono al rito un significato nuovo: Questo è il mio corpo.
Ai discepoli che stanno per consegnarlo alla morte, Gesù dà l’oggetto del tradimento.
Dopo la consumazione dell’agnello, Gesù prende il calice e pronuncia la preghiera di ringraziamento.
Ma, anche questa volta, dice parole nuove: Questo è il mio sangue, il sangue dell’Alleanza.
Gesù fa sue le parole pronunciate da Mosè nell’atto di aspergere il popolo col sangue della prima alleanza: Ecco il sangue dell’alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole! (Es 24).
Con le sue parole, Gesù annuncia la propria morte, attribuendole il senso di un sacrificio che sigilla la nuova alleanza con Dio.
Ma il sangue di Gesù è versato per molti, cioè per tutti, perché la nuova alleanza non è solo tra Dio e Israele, ma tra Dio e tutta l’umanità.
Morendo in croce il giorno dopo, Gesù avrebbe realizzato quanto ha annunciato durante la cena pasquale.
Da allora i gesti e le parole di Gesù hanno inaugurato un nuovo culto che consiste nell’unirsi alla sua offerta, l’unica offerta gradita a Dio.
Write a comment: