Lc 9, 51ss

 

La confessione di Pietro rappresenta un momento decisivo della missione di Gesù: da allora Egli si dedica alla  formazione dei pochi che lo hanno riconosciuto come Cristo e decide di andare a Gerusalemme dove sarà innalzato sulla croce e nella gloria.

 

La sua decisione di andare incontro alla volontà di Dio è ferma e risoluta, ma non concede nulla alla violenza.

Così, quando Giacomo e Giovanni gli propongono di vendicarsi dei samaritani che si erano opposti al suo passaggio nel loro territorio, Gesù li rimprovera e orienta il suo cammino verso un altro villaggio.

 

Sulla strada che porta a Gerusalemme, Gesù non nasconde a nessuno le esigenze che si impongono a  quanti vogliano condividere il suo cammino.

 

Un uomo si dichiara disposto a seguirlo in modo incondizionato. Gesù gli risponde: Le volpi hanno le loro tane…, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo.

Fino al dialogo di Cesarea di Filippo, Gesù aveva come punto di riferimento la casa di Pietro a Cafarnao. Ora che cammina verso Gerusalemme, vive unicamente dell’ospitalità di coloro a cui annuncia il Vangelo.

Essere discepolo di Gesù vuol dire condividere la vita di un profeta itinerante, senza fissa dimora.

 

Più avanti Gesù chiama un uomo a cui è appena morto il padre: Seguimi.

Quello gli chiede il permesso di provvedere alla sepoltura del suo genitore, ma Gesù gli risponde: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, tu va’ e annuncia il Regno di Dio!.

Verosimilmente Giuseppe, padre putativo di Gesù, è morto a Nazaret prima che Gesù cominciasse la sua missione e Gesù ha sicuramente provveduto, con Maria, a una degna sepoltura.

Ma ora Gesù va a Gerusalemme per aprire a tutti le porte della morte e niente lo trattiene.

Lasciare ad altri i doveri più sacri in nome del Regno di Dio acquista il valore di un segno profetico degli ultimi tempi.

 

Un terzo interlocutore dichiara di essere pronto a seguire Gesù, ma pone la condizione di salutare prima i suoi genitori.

Con un proverbio Gesù gli fa presente l’incongruenza della sua pretesa: Nessuno che ha messo mano all’aratro e pi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio.

Se il contadino vuole tracciare dei solchi diritti, non può permettersi di voltarsi indietro.

La missione che Gesù deve portare a termine a Gerusalemme è decisiva per tutta l’umanità e Gesù dimostra di esserne preso in modo radicale.

Dai propri discepoli Gesù esige una determinazione altrettanto grande e un impegno altrettanto pieno.

 

Nel dialogo con chiunque incontri per strada, Gesù manifesta la sua autocoscienza e l’atteggiamento che lo muove: chiunque voglia seguirlo è chiamato a condividere il suo andare verso il Padre e la sua disponibilità a lasciarsi togliere dal mondo.

Presto anche i discepoli saranno inviati nel modo e molto spesso saranno respinti, come Gesù.

 

Questa pagina ci trasmette più di altre la determinazione e la radicalità con cui Gesù ha abbracciato la volontà di Dio.

Questa pagina ci restituisce anche una limpida immagine del discepolo missionario: egli vive della gratitudine di coloro a cui è inviato; è votato a costruire una famiglia di persone imparentate dalla fede; non si lascia imprigionare da nostalgie, rimpianti, tentativi di compensare le rinunce fatte per i Regno di Dio.

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