Lectio Vangelo VII Domenica T.O.

Mt 5, 38ss

Alla Legge antica, che suggellava la prima alleanza, corrispondeva una certa giustizia. Al comandamento nuovo, che suggellerà la nuova alleanza, corrisponde una giustizia nuova.

Tra gli esempi della giustizia inaugurata da Gesù ci sono anche due precetti che non appartengono al Decalogo.

 Il primo è la cosiddetta Legge del taglione: Occhio per occhio, dente per dente.

Questa antica regola di civiltà garantiva il diritto di infliggere all’aggressore un’offesa simile a quella ricevuta. In questo modo cercava di porre un limite alla vendetta sfrenata e indicava il criterio della vendetta giusta: una pena proporzionata alla colpa.

 Il compimento indicato da Gesù è il superamento della stessa vendetta: Ma io vi dico di non opporvi al malvagio.

Per Gesù è possibile andare oltre la vendetta, non solo non rispondendo al male col male, ma rispondendo al male col bene.

I quattro esempi proposti da Gesù risentono evidentemente del contesto sociale di quel tempo e si ispirano ai canti del Servo sofferente del Profeta Isaia, nei quali il Servo del Signore non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi e non ha risposto all’affronto con la violenza.

 Finalmente Gesù richiama il precetto dell’amore del prossimo, così come è formulato in Lv 19: Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso.

Questo precetto vincolava gli israeliti verso i propri connazionali, non necessariamente verso gli altri e, tanto meno, verso i nemici.

Il compimento portato da Gesù include tutti, anche i nemici, considerati come figli di Dio.

Finché rimaniamo dentro la logica della reciprocità, siamo simili a quelli che non conoscono il Padre e amano quelli che li amano.

Solo a partire dall’esperienza dell’amore del Padre e ispirandoci al suo comportamento, potremo accogliere e manifestare il di più della grazia divina e diventare perfetti, cioè santi, come Lui.

 Voi dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

La perfezione del Padre consiste nell’universalità e nella gratuità del suo amore che accorda a tutti la sua benevolenza. Essere perfetti come il Padre è partecipare all’opera e alla realtà stessa del Padre, seguire il Figlio che incarna la perfezione del Padre.

 Grazie a Gesù prendiamo coscienza delle potenzialità di bene e amore, che Dio ha posto nel nostro cuore. Il suo esempio e lo Spirito che ha effuso in noi ci ispirano e aiutano ad attuarle nella concretezza della nostra vita.

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