V Domenica di Pasqua B

Gv 15, 1ss

 

Nel cuore dei discorsi di addio, Gesù si rivela ai discepoli come la vite vera di cui essi sono i tralci e di cui il Padre, come un vignaiolo, si prende cura.

Gesù è la vite vera non in contrapposizione ad altre viti false, ma in quanto è la sorgente della vita vera, quella che viene dall’alto, dal Padre.

 Come un diligente vignaiolo si prende cura della sua vite, così il Padre si prende cura della vite che è Gesù: toglie i tralci secchi e improduttivi e pota quelli verdi e vivi, perché ricevano tutto il nutrimento della vite e possano portare frutto.

 Gesù rassicura i suoi discepoli: Voi siete già mondi per la parola che vi ho annunciata.

Avendo accolto la parola di Gesù, i discepoli sono già mondi: non dal peccato, ma da tutto ciò che impedisce loro di portare frutto. Essi infatti hanno ricevuto quella Parola che, al momento opportuno, lo Spirito santo porterà al suo compimento.

 Poi li esorta: Rimanete in me ed io in voi.

Proprio perché sono stati resi mondi dalla Parola di Gesù, i discepoli devono vivere in conformità con questa loro condizione: rimanendo in Gesù, mantenendo una comunione permanente con Lui.

L’espressione di Gesù allude a una relazione di reciproca presenza interiore, a una comunione tra due volontà: i discepoli rimangono in Gesù per mezzo della fede e Gesù rimane nel discepolo attraverso l’amore e la fecondità.

Gesù è una vite i cui tralci devono scegliere di rimanere attaccati: la comunione permanente con Lui deve essere continuamente accolta lungo tutta la vita, con una costante adesione di fede alla sua Parola.

 Dalla comunione con Gesù dipende la vita e la fecondità dei discepoli. Gesù lo spiega in molti modi: Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me; Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca.

La fecondità dei discepoli, ogni loro possibilità di amore dipende dalla loro adesione a Lui.

La separazione da Gesù è possibile, ma chi si stacca da Gesù è condannato all’improduttività e alla morte.

Alla fine Gesù spiega che cosa significa rimanere in Lui: Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.

Rimanere in Gesù vuol dire vivere in armonia con la sua Parola, in obbedienza ai suoi comandamenti. Coloro che vivono in armonia con la Parola di Gesù saranno in armonia con ciò che Gesù vuole e quindi le loro preghiere saranno sempre esaudite dal Padre.

In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Finora il Padre è stato glorificato da Gesù nella sua missione di portare la vita agli uomini.

Ora che i discepoli di Gesù continueranno la sua missione, anche loro potranno glorificare il Padre partecipando alla sua vita, comunicando quella vita agli altri, essendo disposti a dare la propria vita.

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