Mt 5, 1ss

 

La prima parola che Gesù pronuncia nel suo discorso inaugurale è Beati: il Regno di Dio, che Egli inaugura e proclama è, anzitutto, una buona notizia.

 È una buona notizia per i poveri e i miti, cioè per le persone umili e indifese che confidano in Dio come loro unico Bene e Difensore.

È una buona notizia per gli afflitti, cioè per coloro che confidano in Dio a dispetto della malvagità degli uomini e delle contrarietà del tempo presente.

Il Regno di Dio è una buona notizia anche per quelli che hanno fame e sete di giustizia, cioè per coloro che desiderano vivere secondo la volontà di Dio.

Gesù li proclama beati, perché Dio comincia fin da ora a realizzare le loro speranze di giustizia e felicità.

 Oltre che una buona notizia, il Regno di Dio è un invito rivolto a tutti gli uomini, perché vivano in armonia col Dono che viene nella Persona di Gesù.

Il primo sentiero su cui incamminarsi è la misericordia: misericordiosi sono coloro che, avendo conosciuto la misericordia di Gesù, la praticano a loro volta verso gli altri, nella forma del perdono e della solidarietà.

Il secondo sentiero su cui incamminarsi è la purezza del cuore: puri di cuore sono coloro che amano Dio e il prossimo senza ambiguità e senza riserve.

Il terzo sentiero su cui incamminarsi è la ricerca della pace, cioè l’impegno per la riconciliazione e la composizione dei rapporti interpersonali. Tale impegno può nascere solo dalla pace che riceviamo da Dio.

Gesù li proclama beati, perché la loro dedizione culminerà nella visione di Dio, cioè nella piena comunione con Lui.

 L’elenco delle beatitudini si chiude con la beatitudine dei perseguitati.

Gesù la formula prima in terza persona: Beati i perseguitati per la giustizia, poi in seconda persona: Beati voi, quando vi perseguiteranno…: si riferisce a coloro che sono osteggiati e maltrattati a motivo della loro fede e della loro coerenza con la volontà di Dio.

Li proclama beati perché essi vanno incontro alla grande ricompensa preparata per loro da Dio: essere associati al suo stesso destino di umiliazione e di gloria.

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