Lectio III Domenica di Avvento B

Gv 1, 6ss

  L’evangelista Marco aveva presentato la missione di Giovanni Battista come il compimento di un’antica profezia: per lui Giovanni era il Precursore, colui che ha preceduto la venuta di Cristo e ha preparato Israele all’incontro con Cristo.

Per l’evangelista Giovanni, invece, il Battista è soprattutto un testimone della Luce: Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui (Gv 1, 6-7).

In realtà, nel breve periodo in cui ha svolto la sua missione, Giovanni ha anche riposto a una delegazione ufficiale inviata dalle autorità di Gerusalemme a interrogarlo.

Le domande degli emissari gli hanno dato l’opportunità di rendere la sua testimonianza alla luce del Verbo incarnato.

Le domande, incalzanti e puntuali, riguardano anzitutto il ruolo che egli pensa di attribuirsi: Chi sei tu?, Sei Elia?, Sei tu il Profeta?.

A quel tempo l’attesa messianica era piuttosto variegata e le figure escatologiche su cui essa si concentrava erano almeno tre. La più diffusa riguardava il discendente di Davide. Ma una parte di Israele aspettava il profeta Elia, secondo quanto si legge nel libro di Malachia: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate (Ml 3,1). E c’era anche chi aspettava il profeta simile a Mosè, secondo l’annuncio contenuto nel libro del Deuteronomio: Il Signore tuo Dio susciterà un profeta simile a me (Dt 18, 15).

 Giovanni rifiuta con decisione ogni ruolo escatologico tradizionale. Alla fine, quando le autorità gli chiedono: Che cosa dici di te stesso?, egli cerca nella Scrittura le parole adatte per presentarsi e sceglie quelle del profeta Isaia: Io sono voce di uno che grida nel deserto (Is 40, 3). Si attribuisce quindi il ruolo di un araldo che deve preparare una strada perché Dio venga al suo popolo: è convinto che, attraverso la sua predicazione e il suo battesimo, avrebbe aperto i cuori degli uomini, abbassato l’orgoglio, colmato il vuoto e, così, li avrebbe preparati all’intervento di Dio.

 Ottenuta la risposta alla prima interrogazione, gli emissari chiedono una giustificazione plausibile del rito battesimale: Perché dunque battezzi?. Essi non si spiegano perché Giovanni, pur negando di essere il Cristo, compia un’azione escatologica come quella del battesimo.

Giovanni parla di Uno in mezzo a voi, che voi non conoscete: esprime l’idea, condivisa da alcuni gruppi religiosi del tempo, per cui il Messia sarebbe rimasto nascosto fino a quando, improvvisamente, sarebbe stato mostrato al popolo.

Egli ha un’idea di Messia così alta che si considera indegno di fargli da schiavo.

 Il mistero di Giovanni perdura nel tempo, oltre la sua vita terrena: lo spirito e le  virtù di Giovanni precedono tuttora l’azione di Dio Salvatore in chiunque sia prossimo alla fede in Cristo (Origene).

 Egli rimane il primo punto di riferimento per tutti coloro che sono chiamati ad annunciare Cristo: è possibile farlo solo nel distacco da se stessi e dalla mondanità: non attirando le persone a sé, ma orientandole all’unico Salvatore (Papa Francesco).

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