Lc 21, 5ss

 Un’osservazione sulla bellezza del tempio di Gerusalemme dà a Gesù l’occasione per pronunciare un discorso profetico sulla fine del tempio e della storia: è l’ultimo insegnamento che Gesù rivolge al popolo in ascolto, prima della sua Passione.

 Quando Luca scrive il suo Vangelo, Gerusalemme è già stata devastata e il tempio distrutto e perciò, a differenza di Marco, è in grado di distinguere, nelle parole di Gesù, ciò che si riferisce a fatti già compiuti e ciò che si riferisce alla fine del mondo.

 Preso atto che la fine del mondo non coincide con la fine del tempio, l’evangelista mette in guardia la sua comunità dai fanatici che credevano la fine ormai vicina e rassicurarla al cospetto di guerre e rivoluzioni, di cui si sentiva parlare e che creavano paura e confusione nei credenti: i fatti terribili della storia sono previsti nel piano di Dio e hanno il compito di richiamare tutti alla conversione.

Ciò non vuol dire che i discepoli devono abbassare la guardia: la fine, come compimento del disegno divino, può avvenire in qualunque momento, anzi, è già presente in ogni avvenimento.

 Luca è anche testimone delle prime persecuzioni subite dai discepoli. Per questo può mettere sulla bocca di Gesù una descrizione dettagliata della sorte a cui vanno incontro i testimoni della Parola: metteranno le mani su di voi, vi perseguiteranno, vi consegneranno alle sinagoghe e alle prigioni, vi trascineranno davanti a re e governatori a causa del mio nome.

Il martirio è l’ultima conseguenza della scelta della fede: il discepolo si presenta nel nome di Colui che lo invia, dà la sua testimonianza, è pronto a sacrificare la propria vita.

 Alla luce dell’esperienza dei primi martiri cristiani, Luca consola i fratelli a cui scrive.

Nel momento della prova, non dovranno preoccuparsi della loro difesa, perché il Signore stesso darà loro la parola e la saggezza di cui hanno bisogno per rendere testimonianza.

I discepoli potranno contare sulla protezione divina anche nel tradimento dei propri familiari e nelle forme più dolorose del rifiuto degli uomini.

 Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

Grazie alla loro perseveranza, i discepoli si lasceranno assimilare al destino di umiliazione e di gloria del Figlio dell’Uomo.

Grazie alla loro perseveranza, il Regno di Dio potrà farsi strada nella storia degli uomini, anche e soprattutto  nella forma del martirio.

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