S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Lc 2, 41ss
Grazie a Maria e Giuseppe, Gesù è cresciuto nell’obbedienza alla Legge di Dio.
Nel quarantesimo giorno della sua nascita, avevano portato il loro Bambino a Gerusalemme, per offrirlo al Signore. In seguito, tutti gli anni si sarebbero recati con Lui a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
A tredici anni i ragazzi ebrei diventavano figli del precetto e da quel momento erano tenuti ad osservare tutte le prescrizioni della Legge. È quindi significativo che, a dodici anni, Gesù decida liberamente di restare a Gerusalemme, mentre quelli della sua carovana si accingono a tornare a Nazaret: la sua scelta anticipa di un anno l’adesione alla maggiore età religiosa.
Dopo un giorno di cammino, Maria e Giuseppe tornano in cerca di Lui a Gerusalemme e, dopo tre giorni, lo trovano nel tempio, in mezzo ai dottori.
L’espressione dopo tre giorni allude alla risurrezione di Gesù, quando, il terzo giorno della sua morte, le donne trovano il Risorto presso il sepolcro.
Gesù è seduto come un maestro, non in mezzo ai discepoli, ma in mezzo ai dottori, esperti della Legge: li ascolta e li interroga, suscitando la meraviglia di quelli ascoltano le sue domande e le sue risposte.
La sapienza di Gesù non è frutto di studio e applicazione, ma il frutto della sua intimità e conoscenza personale del Padre.
Anche Maria e Giuseppe rimangono meravigliati della manifestazione di quella sapienza: non è farina del loro sacco, non viene dalle loro istruzioni familiari.
Quando Maria gli confida la sofferenza sua e di Giuseppe per l’accaduto, Gesù le risponde in modo pacato e assertivo: Perché mi cercavate? Non sapevate che devo stare presso il Padre mio?.
È la prima parola che Gesù pronuncia nel Vangelo: essa offre una chiave di lettura di tutta la sua vita, perché rivela la sua coscienza filiale e il modo in cui si impegna a favore degli uomini.
Gesù non dice: Nella casa del Padre mio, ma: Presso il Padre mio: Egli è da sempre presso il Padre e non cessa di rimanere presso il Padre, mentre è presso di noi.
Con questa parola, difficile da comprendere, Gesù prende le distante dai suoi genitori che devono custodirla nel cuore fino a quando verrà il momento di comprenderla.
Quel momento arriverà il terzo giorno della sua morte, quando, non trovando il corpo del Signore, le donne dovranno arrendersi all’evidenza: Egli è davvero presso il Padre suo.
Gesù cresce nell’obbedienza al Padre e nell’amore verso i suoi genitori e Maria conserva tutte queste cose nel suo cuore.
Dopo averlo portato in grembo, ella lo porta nel cuore e questa nuova gestazione sfocerà nel parto di una nuova umanità, quando, dalla croce, Gesù le dirà: Ecco tuo figlio!, chiamandola ad accogliere come figlio il discepolo prediletto e, in lui, tutti i suoi nuovi fratelli.
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