Lectio XXXI Domenica A

Mt 23, 1ss

 Dopo aver superato le prove orchestrate dalle autorità per fargli dire cose compromettenti, Gesù si rivolge alle folle e a discepoli e li mette in guardia dal loro cattivo esempio.

 Per  Gesù, il primo difetto degli scribi e dei farisei è l’incoerenza: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.

Il loro comportamento non corrisponde al loro insegnamento, anzi: pretendono dagli altri quello che essi stessi non fanno.

 Un altro difetto è la simulazione: Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente.

Secondo Gesù, essi sfruttano il loro ruolo per assicurarsi prestigio e privilegi sociali.

 Nel Vangelo di Matteo questa denuncia acquista un calore di ammonimento anche verso i cristiani, perché non cadano negli stessi errori.

 Sulla denuncia dei difetti degli scribi e dei farisei si innesta la regola per i discepoli e, quindi per i membri della comunità cristiana: Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.

Nella comunità cristiana tutti sono fratelli e discepoli, perché tutti sono radunati dall’unico Padre celeste attorno all’unica Guida e Maestro che è il Cristo.

Non è in discussione solo l’uso dei titoli onorifici, ma un modello di comunità, basato sul servizio: Il più grande tra voi sia vostro servo.

Gesù non esclude il ruolo dell’autorità nella chiesa: Egli stesso ha affidato a Pietro un compito speciale e dato ai Dodici una missione particolare.

Ma questo ruolo deve essere ricoperto nella logica del servizio, sul modello di Gesù che ci ha amati fino al segno più estremo della Croce.

 Quale che sia il compito e il ruolo che svolgiamo nella comunità, dobbiamo esercitarlo sul modello di Gesù che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per tutti.

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