V Domenica di Pasqua anno A

Gv 14, 1ss

Il Vangelo di questa Domenica ci riporta nel cuore dell’Ultima Cena, e precisamente al momento in cui gli apostoli sono turbati per il triplice annuncio del tradimento di Giuda, della partenza di Gesù e del rinnegamento di Pietro.
Gesù li invita a confidare nel Padre e in Lui stesso: se Egli si allontana, è solo per preparare un posto per ciascuno di loro. Quando lo avrà fatto, tornerà da loro e li prenderà con sé, perché siano con Lui per sempre.

In realtà Gesù tornerà al Padre attraverso la sua Morte, Risurrezione e Ascensione al cielo e il posto che intende preparare per i discepoli è il suo stesso corpo glorificato, pegno della loro risurrezione.
Il suo ritorno nella gloria porterà a compimento tutte le speranze di coloro che credono in Lui.

Poi Gesù dice: Del luogo dove io vado, voi conoscete la via. Tommaso intende luogo e via in senso materiale e offre a Gesù lo spunto per rivelarsi come la Via: Io sono la Via, la Verità e la Vita.
L’uso del’articolo prima di ogni sostantivo indica che Gesù è l’unica Via per accedere al Padre, l’unico Mediatore del Padre.
Gesù è l’unica Via al Padre, perché è la Verità: l’unico che conosce il Padre e può rivelarlo agli uomini.
Gesù è l’unica Via anche perché è la Vita: l’unico che riceve la Vita dal Padre e può dare la Vita di Dio agli uomini.

La Vita viene per mezzo della Verità: Gesù può dare la Vita solo a coloro che credono in Lui.
Gesù è la Verità e la Vita per sempre: non si va a Gesù per imparare la verità, ricevere la Vita e poi andarsene. Si va a Gesù per appartenere a Lui.

Anche Filippo fraintende le parole di Gesù e gli chiede una manifestazione sensibile del Padre: Mostraci il Padre e ci basta.
Gesù gli spiega che ormai le manifestazioni sensibili di Dio non servono più: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
Dal momento che la Parola di Dio si è fatta carne, l’unica manifestazione visibile di Dio è Gesù: come suo ultimo inviato, Gesù rappresenta Dio completamente.
Le parole e le opere di Gesù confermano l’intima comunione di Gesù col Padre: proprio perché non sono propriamente sue, esse testimoniano agli uomini che Gesù è intimamente unito al Padre.
Chiunque crede può vedere, attraverso le parole e le opere di Gesù, ciò che esse rivelano e cioè: che esse sono opere del Padre e insieme del Figlio, uniti nell’agire.

Alla fine Gesù si sofferma sulla fede: In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
Unendo l’uomo a Gesù e al Padre, la fede lo rende partecipe della potenza che appartiene a loro.
In realtà, dopo che Gesù sarà stato glorificato, il Padre compirà, nel nome del Figlio suo, opere capaci di manifestare la sua gloria nella vita dei credenti.

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