Lectio S. Famiglia anno B

Lc 2, 22ss

 Il quarantesimo giorno di Natale, Maria e Giuseppe portano Gesù a Gerusalemme, per adempiere la Legge del Signore, che prescrive la purificazione della madre e il riscatto del primogenito.

La purificazione della madre implicava un sacrificio di comunione, per il coinvolgimento della donna nel mistero della vita, e un sacrificio di espiazione, per il sangue disperso a motivo del parto.

Il primogenito, invece, veniva riscattato con il pagamento di cinque sicli.

 Il Vangelo fa riferimento al sacrificio di espiazione, fatto con l’offerta di una coppia di uccelli, segno della povertà della S. famiglia, ma non parla del pagamento del riscatto: Gesù non viene quindi riscattato, ma presentato, cioè offerto al Signore. È l’inizio di un legame col Padre, che continuerà in tutta la vita terrena di Gesù, fino al momento culminante in cui Gesù consegnerà se stesso al Padre: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

 Il rito della presentazione al tempio consente a Gesù di incontrare il suo popolo. Non è un caso che il primo a riconoscere il Messia è Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava il conforto di Israele, confidente dello Spirito santo.

Mosso dallo Spirito santo, Simeone si reca al tempio e, riconosciuto il Messia, lo prende tra le braccia e pronuncia una preghiera: Ora lascia, Signore che vada in pace, secondo la tua parola. Egli sa di aver visto solo l’alba di quella luce che illuminerà tutti i popoli e ridonderà a gloria di Israele, eppure è già in grado di intravedere la sorte a cui il Bambino Gesù andrà incontro e il coinvolgimento di Maria nella sua vicenda: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele.

Gesù sarà innalzato da Dio perché tutti possano vederlo e prendere posizione di fronte a Lui: al suo cospetto sarà manifesto ciò che ognuno è nel profondo del suo essere.

Maria, come nessun altro, sarà coinvolta nella contraddizione che si solleverà attorno alla figura del Figlio.

 Dopo Simeone, Gesù incontra Anna, anch’ella profetessa, cioè confidente dello Spirito santo e interprete della volontà di Dio. Rimasta vedova dopo sette anni di matrimonio, aveva scelto di consacrarsi al servizio di Dio con digiuni e preghiere. La sua intimità con lo Spirito santo la rende attenta alle parole pronunciate da Simeone: le accetta e le trasmette a quanti condividono l’attesa della liberazione messianica del popolo di Israele.

 Dopo aver compiuto la Legge, Maria, Giuseppe e il Bambino fanno ritorno a Nazaret: da Nazaret erano andati a Betlemme in ossequio al decreto dell’imperatore; da Betlemme erano andati a Gerusalemme, per obbedire alla Legge del Signore; ora da Gerusalemme tornano a Nazaret, alla loro vita ordinaria.

Maria e Giuseppe camminano con il loro Bambino, pronti a diventarne i primi discepoli, appena Egli aprirà la sua bocca.

La Sapienza e la Grazia, che accompagnano la crescita del Bambino Gesù, accompagnerà anche la crescita dei suoi genitori, in un’adesione fedele che è disposta a seguire il Figlio, per comprendere la volontà del Padre.

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