Lectio II Domenica di Quaresima

Mc 9, 2ss

 L’indicazione temporale sei giorni dopo collega la Trasfigurazione con la confessione messianica di Pietro e con il primo annuncio della Passione da parte di Gesù.

Sei giorni dopo questi fatti, Gesù prende con sé gli stessi discepoli che erano stati testimoni della risurrezione della figlia di Giairo (Mc 5) e li conduce su un alto monte.

Stando soli con Gesù, essi assistono a un evento che rimarrà per sempre impresso nella loro memoria, come testimonieranno Pietro, nella sua prima lettera, e Giovanni, nel Prologo del suo Vangelo.

 Gesù si trasfigura, le sue vesti riflettono lo splendore della sua luce soprannaturale, appaiono Elia con Mosè che parlano con Lui.

Pietro si distingue anche questa volta per la sua intraprendenza, perché esprime subito ciò che prova e desidera: Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!.

L’evangelista commenta: Non sapeva quello che diceva, per sottolineare che, in quel momento, gli sfuggiva il senso di ciò a cui assisteva.

 Il senso della Trasfigurazione di Gesù si evince dalla voce del Padre, proveniente dalla nube che avvolge i tre discepoli: Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!.

La voce riprende le parole già udite al momento del Battesimo e invita i discepoli ad ascoltarlo, cioè ad ascoltare quanto Gesù ha già annunciato del suo destino di umiliazione e di gloria e quanto ancora dirà e farà.

 Così la Trasfigurazione manifesta chi è veramente Gesù, rivela in modo clamoroso, per ora solo ai tre discepoli, ciò che Gesù vuol tenere nascosto fino alla fine: Egli è il Cristo, il Figlio di Dio, il Servo sofferente. I discepoli devono ascoltare Gesù, cioè accoglierlo e accettarlo per chi è veramente.

 La visione è breve: Mosè ed Elia scompaiono presto e la voce del Padre non si fa più sentire.

Gesù ordina ai discepoli di non raccontare a nessuno ciò che hanno visto, se non dopo che il Figlio dell’Uomo fosse risuscitato dai morti.

Ed essi mantengono la consegna del silenzio, anche se non comprendono che cosa volesse dire risuscitare dai morti: non perché non credono nella risurrezione finale, ma perché non accettano che Gesù debba morire.

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