Lectio Domenica delle Pa

Mt 26, 57ss

 

Prima di consegnare Gesù a Pilato, unica autorità che poteva condannarlo a morte, i capi dei giudei orchestrano un’istruttoria nella casa privata del Sommo sacerdote: è probabile che la riunione ufficiale del sinedrio sia stata convocata la mattina seguente.

 Gesù è solo, abbandonato da tutti.

Pietro lo segue da lontano: arriva fino al cortile della casa del sommo sacerdote e si siede in mezzo ai servi, per vedere la fine: come vanno a finire le cose, per Gesù e per lui stesso.

 Anche se si tratta di una semplice istruttoria, tutto si svolge in modo sommario: si cercano solo falsi testimoni, per condannarlo a morte, ma non se ne trovano due che siano concordi.

Alla fine si presentano due che riferiscono una parola di Gesù sul tempio di Gerusalemme: Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni.

Interrogato sull’argomento, Gesù preferisce tacere: il senso delle sue parole era altro, perché si riferivano al tempio del suo Corpo.

Di fronte al silenzio di Gesù, il sommo sacerdote cerca di stappargli una dichiarazione sull’autenticità della sua missione: Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Gesù risponde: Tu l’hai detto, anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo.

È finalmente arrivato il momento di rompere il silenzio e sciogliere il segreto messianico che aveva caratterizzato tutta la sua attività:  Gesù conferma di essere il Messia e annuncia che da quel momento essi lo conosceranno come Figlio dell’Uomo seduto alla destra della Potenza, cioè come Colui che giudica gli uomini con la stessa autorità di Dio.

In realtà Gesù è venuto per radunare le pecore perdute della casa di Israele, ma ormai è impossibilitato a svolgere la sua missione: d’ora in poi potrà svolgerla solo come giudice.

 Nelle parole di Gesù il sommo sacerdote coglie la pretesa di arrogarsi una prerogativa divina, quella del giudizio: grida alla bestemmia, si straccia le vesti in segno di lutto e propone la sua condanna a morte.

Paradossalmente Gesù porterà a compimento il Disegno di Dio, contenuto nelle Scritture, proprio attraverso quella condanna: passerà attraverso l’umiliazione e la morte prima di essere riconosciuto come Figlio di Dio e Signore.

 Pietro, che a Cesarea di Filippo aveva professato pubblicamente la sua fede nel Cristo, non ha ora la forza di riconoscere Gesù, anzi: lo rinnega per tre volte. Ma il suo rinnegamento non è definitivo. Uscendo fuori dal cortile e piangendo amaramente, intraprende un cammino di conversione, che culminerà nell’umile professione di amore verso Colui che ha offerto se stesso per lui: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene.

Write a comment:

*

Your email address will not be published.

*

© 2018-2024 Parrochia Maria SS. Assunta - Vernole
Seguici su Facebook: