Lectio Battesimo di Gesù

Mc 1, 7ss

Giovanni Battista si era presentato a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione.

Il riscontro del suo annuncio non si è lasciato attendere a lungo, perché avvenne in quegli stessi giorni che Gesù venne da Nazaret e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

Ma le parole del Battista si realizzano in modo imprevisto e paradossale: il più forte è uno come gli altri; inoltre Colui che deve battezzare con lo Spirito santo viene egli stesso battezzato con acqua dal suo stesso precursore.

Nessuno sembra accorgersi di Gesù, neanche quando Egli vede squarciarsi i cieli e lo Spirito santo scendere su di Lui. Solo Gesù vede: le folle, come lo stesso Giovanni, restano all’oscuro di quanto sta accadendo.

L’unico elemento che si fa percepire è una voce proveniente dal cielo, ispirata da Dio, che soppianta quella del Battista che grida nel deserto. La voce del cielo è rivolta a Gesù in seconda persona e gli dice: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto.

La scena del battesimo anticipa la rivelazione che sarà completa solo al momento della morte di Gesù.

Qui Gesù vede squarciarsi i cieli, segno che, nel suo Figlio fatto uomo, Dio è entrato nella storia degli uomini; lì è il velo del tempio che si squarcia da cima a fondo, segno che, con la morte di Gesù, lo spazio sacro del tempio si apre per tutti, perché quanti sono disponibili alla grazia, possano entrarvi.

Qui Gesù vede lo Spirito santo scendere su di Lui come una colomba; lì Gesù muore emettendo il suo ultimo respiro, annuncio della Pentecoste.

Qui il Padre chiama Gesù Figlio mio amato; lì è il centurione romano che riconosce Gesù come Figlio di Dio, cioè come uomo giusto che, nonostante la condanna a morte, resta sotto la protezione di Dio.

La voce dal cielo evoca tre testi dell’Antico Testamento, presi dalla Legge, dai Salmi e dai Profeti, ed esprime la fede della chiesa.

Il primo testo è l’espressione del Salmo 2, con cui il Signore stabilisce il re d’Israele come suo rappresentante: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.

Il secondo testo è l’espressione di Gn 22, con cui il Signore indica il figlio di Abramo: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco.

Il terzo è l’espressione di Is 42, rivolta al Servo del Signore, chiamato a portare i peccati del popolo: Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.

Con questi richiami, la voce del cielo indica Gesù come il Figlio diletto che il Padre non risparmia, ma lo dona per tutti; come il Re in cui si compiono tutte le promesse di Dio; come il Servo del Signore, destinato a portare agli uomini la salvezza, facendosi carico delle loro iniquità.

Che il Battesimo di Gesù sia stato inteso dalle prime comunità cristiane come l’atto di consacrazione di Gesù da parte del Padre è confermato da quanto si legge in At 10, 37-38: Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

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