Lc 24, 13ss

Ci confrontiamo con l’esperienza di due discepoli, che il giorno di Pasqua decidono di lasciare Gerusalemme e tornano delusi e sconsolati nella loro casa di Emmaus.

Mentre si confrontano animatamente sulla morte del loro Maestro, Gesù in persona si avvicina e cammina con loro: non li abbaglia con la gloria della sua autorità, ma li accompagna sotto le spoglie di un viandante.
Essi sono impediti a riconoscerlo non solo perché la risurrezione è fuori dalle loro aspettative, ma anche perché non basta la semplice vista per riconoscere Gesù risorto.

Gesù prende l’iniziativa del dialogo e ascolta il contenuto della loro discussione, tutto ciò che riguarda Gesù nazareno e la loro stessa speranza: Gesù è morto in croce e la loro speranza è finita con Lui.

Gesù ascolta in silenzio il loro vissuto e la loro delusione e prende la parola solo dopo che hanno terminato il loro racconto.
Li rimprovera come insensati e lenti di cuore a credere alla parola del Profeti. Poi comincia a spiegare loro come le Scritture parlano di Cristo.
A partire dalla risurrezione di Gesù le Scritture prendono il loro vero significato e il disegno di Dio, in esse contenuto, emerge come una necessità: Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?. Sì, era necessario che il Cristo guarisse l’umanità prendendo su di sé tutta la sua iniquità.

Quando nei pressi di Emmaus Gesù fa finta di andare più lontano, quelli gli chiedono di fermarsi da loro ed Egli accetta il loro invito: si siede a tavola con loro e compie dei gesti che evocano tante esperienze vissute in precedenza con Lui.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero: solo Gesù pregava Dio con quella confidenza, solo Lui spezzava il pane per gli uomini con quella libertà.
In quel medesimo istante Gesù scompare dalla loro vista. Scompare come individuo distinto da loro, ma lascia le tracce del suo passaggio nelle loro vite: il pane spezzato sulla tavola e il cuore che è tornato ad ardere di fede.

Dopo aver riconosciuto il Risorto, essi tornano a Gerusalemme col cuore pieno di fede e di gioia.
Nel cenacolo trovano gli Undici e ascoltano il loro annuncio pasquale. Alla luce dell’annuncio apostolico, essi valutano meglio la loro esperienza e raccontano ciò che era accaduto lungo la via e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

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