Lc 24, 46ss

 

 

Il Vangelo di questa solennità ci riporta nel Cenacolo, durante l’ultima apparizione di Gesù risorto ai discepoli.

Mentre essi si raccontano le esperienze del giorno di Pasqua, Gesù risorto viene e li prepara alla missione.

 

Anzitutto apre loro la mente all’intelligenza delle SS. Scritture, cioè li rende partecipi della sua comprensione filiale della volontà di Dio.

Il piano della volontà di Dio, contenuto nelle Scritture, riguarda non solo la morte e risurrezione di Gesù, ma anche la loro nuova missione: E nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati.

Come Gesù ha accolto con atteggiamento filiale ciò che gli è accaduto, così i discepoli possono accogliere con atteggiamento filiale ciò che accadrà loro.

 

Poi Gesù li rende consapevoli del carattere universale della loro esperienza: Di questo voi siete testimoni.

Quindi promette di inviare loro lo Spirito santo.

Dopo aver interiorizzato l’intelligenza del Figlio e la benevolenza del Padre, i discepoli devono solo ricevere lo Spirito che donerà loro di annunciare e rendere presente il Risorto a tutti gli uomini.

 

L’ultima apparizione di Gesù risorto ai discepoli si conclude con la sua Ascensione al cielo: Li condusse fuori, verso Betania; alzate le mani, li benedisse; mentre li benediceva… fu portato verso il cielo.

L’Ascensione di Gesù e la sua esaltazione alla destra di Dio rappresentano la fine della presenza visibile di Gesù sulla terra, eppure fanno fiorire nella vita dei testimoni l’adorazione, la gioia, la lode.

 

L’ultimo gesto di Gesù è una benedizione: essa avvolge tutta l’opera degli apostoli nel tempo e nello spazio ed è la garanzia che la loro incipiente missione giungerà a compimento grazie alla presenza del Risorto nella storia degli uomini.

Nella sua benedizione si compie la promessa che Dio aveva fato ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedetti tutti i popoli della terra.

 

Alla benedizione del Risorto corrisponde l’adorazione dei discepoli: con questo gesto, dovuto solo a Dio, essi inaugurano il culto del Signore Gesù.

Il riconoscimento della sua regalità e filiazione divina è l’ultima tappa raggiunta dalla loro fede in Lui.

 

Il vangelo si conclude nel tempio dove tutto era cominciato.

Intanto il tempio non è più solo il luogo del culto: con Gesù era diventato il luogo dell’ammaestramento del popolo ed ora è il luogo del raduno dei testimoni e il punto di partenza della missione.

 

La lode di Dio, come ultima parola del vangelo, indica l’atteggiamento richiesto alla chiesa nel suo cammino lungo la storia.

 

 

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