Veglia pasquale C

Lc 24, 1ss

 Quest’anno ci confrontiamo anzitutto con l’esperienza pasquale di Maria di Magdala e delle altre donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea fino a Gerusalemme.

Testimoni oculari della morte di Gesù, avevano osservato attentamente tutto lo svolgersi degli eventi: avevano visto la tomba e come vi era stato deposto il suo corpo.

 All’alba del primo giorno dopo il sabato, il prima possibile, si muovono per rendere omaggio al corpo del loro Signore, ma, giunte al sepolcro, trovano la pietra rotolata via e non trovano il corpo di Gesù. Davanti a ciò che vedono rimangono perplesse e non sanno che pensare.

 Per uscire dal loro disorientamento, hanno bisogno di un annuncio che viene dal cielo, da Dio. Due uomini in vesti sfolgoranti, mettono in discussione la loro devota ricerca: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato.

Gesù nazareno, il crocifisso, è il Vivente. Egli non è più nel sepolcro, perché è risuscitato, non nel senso che è tornato alla vita di prima, ma nel senso che ha ricevuto da Dio una vita nuova ed ora appartiene per sempre al mondo del Dio vivente.

 All’annuncio segue l’invito a ricordare le parole pronunciate da Gesù sulla via per Gerusalemme: Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno.

Solo grazie all’annuncio celeste e al ricordo personale, esse riescono a superare la loro perplessità: quello che Gesù aveva detto si è compiuto; la sua Passione e la sua morte in croce corrispondono con il disegno della volontà di Dio; alla luce della sua risurrezione tutto ciò che è accaduto diventa più chiaro.

 Con questa comprensione lasciano il sepolcro e cercano gli apostoli e gli altri a cui confidare la loro scoperta. Ma quando gli apostoli le ascoltano, non le prendono sul serio e non credono alle loro parole. Solo Pietro corre al sepolcro per un riscontro personale.

 Pertanto ci confrontiamo anche con l’esperienza pasquale di Pietro.

Giunto al sepolcro, constata che è aperto, vede le bende per terra e torna a casa pieno di stupore per l’accaduto. Come le donne all’inizio, non sa che pensare: anche lui ha bisogno di aiuto, per superare la perplessità e giungere alla fede. Di fatto Pietro giungerà alla fede solo dopo aver incontrato Gesù risorto: la sua fede nella risurrezione non è una deduzione razionale, ma una certezza basata sull’incontro personale col Risorto.

 Per superare le nostre perplessità sulla risurrezione di Gesù, anche noi, come le donne, dobbiamo cogliere il disegno di Dio, contenuto nelle Scritture.

Per giungere alla fede, anche noi, come Pietro, dobbiamo incontrare il Risorto e cercarlo ancora dopo averlo trovato.

 In ogni caso la nostra fede non riposa su un ragionamento o su una testimonianza indiretta: è fondata  sull’incontro personale dei testimoni ufficiali col Risorto e sulla loro testimonianza di vita, giunta fino al sangue.

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