Lectio XXVIII Domenica C

Lc 17, 11ss

 All’inizio del suo ministero, Gesù aveva guarito un lebbroso, dimostrando concretamente quella potenza di Dio, che Israele attendeva per i tempi messianici.

Nel Vangelo di questa domenica l’attenzione dell’evangelista non è tanto sul miracolo, segno del potere taumaturgico di Gesù, quanto sulla risposta di coloro che vengono guariti.

Signore, se vuoi, puoi guarirmi!, diceva a Gesù il lebbroso. Lo voglio, sii risanato, gli rispondeva Gesù dopo averlo toccato.

Gesù maestro, abbi pietà di noi!, gli gridano all’unisono i dieci lebbrosi. Questa volta Gesù ordina loro di mostrarsi ai sacerdoti ed essi, mettendosi in cammino sulla sua parola, vengono risanati a distanza.

 Vedendosi guarito, uno di loro torna indietro, lodando Dio a gran voce, si prostra ai piedi di Gesù e lo ringrazia.

L’evangelista sottolinea: Era un samaritano.

Pur non essendo giudeo, quell’uomo ha riconosciuto nella propria guarigione l’intervento di Dio e ha sentito il bisogno di tornare da Gesù: la gratitudine lo ha messo sulla strada giusta, mentre gli altri nove procedono verso il tempio di Gerusalemme, per offrire il sacrificio prescritto dalla Legge.

Non è difficile vedere in questo straniero gli stranieri di ogni epoca, i non credenti che attendono il dono della salvezza portata da Gesù.

 Davanti alla gratitudine del samaritano guarito, Gesù esprime la sua meraviglia: Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?.

Si vede chiaramente che Gesù non voleva dare ai lebbrosi solo la guarigione fisica, ma qualcosa di più importante. Tutti, non solo uno, sarebbero dovuti tornare da Lui per riceverlo.

 Poi, rivolgendosi personalmente al samaritano, gli rivela un dono più grande  della guarigione fisica: Alzati e và, la tua fede ti ha salvato.

Come gli altri nove, egli ha creduto nel potere taumaturgico di Gesù ed è stato guarito dalla lebbra. Ma, a differenza degli altri nove, egli ha percepito nella propria guarigione fisica un invito a tornare da Gesù e a ringraziarlo.

Grazie alla sua fede, egli entra ora in un rapporto personale con Gesù, ottiene, la salvezza, una guarigione che raggiunge la profondità della sua vita, e diventa testimone vivente del dono che Gesù può dare a tutti, indipendentemente dal peso del loro passato e dall’abisso della loro diversità.

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