Mc 9, 39ss
Sulla strada che porta a Gerusalemme, Gesù continua a istruire e formare i Dodici, gli unici che lo hanno riconosciuto come Cristo.
Nel primo annuncio della Passione aveva detto che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Ora dice: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà.
L’uso del verbo passivo suggerisce l’idea che, dietro gli eventi della Passione di Gesù, ci sia il Padre: è Lui che chiede al Figlio di raggiungerlo nella gloria, percorrendo la via dell’umiliazione.
Al primo annuncio Pietro aveva reagito vivacemente. Ora nessuno dei discepoli osa chiedere spiegazioni a Gesù, forse perché hanno paura di un suo nuovo richiamo.
Quando sono in casa, la domanda di Gesù mette in luce ciò che davvero sta loro a cuore, dato che li aveva fatti discutere animatamente: Di che cosa stavate discutendo lungo la via?.
I discepoli continuano a tacere, questa volta per l’imbarazzo, ma il loro silenzio non basta a nascondere agli occhi di Gesù i segreti del loro cuore: Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Di fronte al loro atteggiamento Gesù ritiene opportuno fermarsi. Si pone seduto e parla come Maestro: Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti.
Per Gesù, essere grandi non vuol dire primeggiare sugli altri, ma servire tutti gli altri.
Poi spiega il suo comportamento con un gesto plateale: prende un bambino, lo pone al centro del gruppo e lo abbraccia. È un gesto che vale più di molte parole.
A quel tempo i bambini non contavano niente nella società, non avevano alcun diritto civile e prendersene cura non assicurava alcun vantaggio.
Abbracciando quel bambino, Gesù dimostra che egli è degno di rispetto e di cura.
Alla fine, Gesù spiega il suo gesto: Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.
Accogliere l’ultimo vuol dire accogliere Gesù e il Padre, perché l’ultimo rappresenta Gesù, esattamente come Gesù rappresenta il Padre.
I discepoli che erano passati dal silenzio della paura al silenzio dell’imbarazzo, ora passano al silenzio della meraviglia.
Write a comment: