Mc 5, 21ss
Nel Vangelo di questa domenica si intrecciano due storie: quella di una donna malata da dodici anni e quella di una ragazza che muore a dodici anni.
L’evangelista si dilunga nel descrivere la situazione penosa in cui versava la donna emorroissa: Da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando.
La malattia l’aveva resa impura e povera, relegandola in una condizione di isolamento sociale e religioso.
La forza della disperazione la spinge ad avvicinarsi a Gesù, alle sue spalle, e a toccarlo, col pensiero che sarebbe stato sufficiente un semplice contatto per carpire il suo potere.
Quanto ella spera accade: E subito le si fermò il flusso di sangue.
Solo che alla percezione di essere stata guarita corrisponde quella di Gesù della forza uscita da Lui: un potere che Egli solo possedeva.
Gesù domanda ad alta voce: Chi mi ha toccato?, e, tra l’incomprensione della gente, cerca lo sguardo dell’autrice del gesto: cerca un contatto personale che consenta alla donna di approdare alla fede.
Impaurita e tremante, la donna racconta a Gesù tutta la verità. Solo dopo Gesù le svela la forza della sua fede e le dona la pace: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male.
La donna viene così liberata dalla sua malattia e dall’isolamento in cui era relegata, e restituita alla sua piena dignità.
Gesù era in cammino verso la casa di Giairo che l’aveva supplicato di imporre le mani sulla figlia in fin di vita.
La donna emorroissa ha trattenuto Gesù oltre il dovuto, ma, in compenso, Giairo è stato testimone della sua guarigione.
Quando Gesù e Giario riprendono il cammino, sopraggiunge la notizia della morte della ragazza. Tra la disperazione generale, Gesù invita Giairo a superare la prova della fede: Non temere, continua solo ad aver fede!.
Cacciati fuori di casa quanti ignoravano al sua potenza, Gesù entra dalla ragazza in compagnia di tre testimoni e dei soli genitori: prende la mano della ragazza e la sveglia con la forza della sua Parola: Talità kum!.
Subito la ragazza si alzò e camminava. L’evangelista annota: Aveva solo dodici anni. È la stessa età della malattia della donna emorroissa.
La fede della donna emorroissa ha consentito a Gesù di strapparla alla lenta morte cui era condannata.
La fede di un papà consente a Gesù di risuscitare una ragazza morta a dodici anni.
La fede della Chiesa consente a Gesù di strappare l’umanità alla forza del peccato.
La fede di ciascuno di noi consente a Gesù di trarre la vita dalle nostre piccole morti quotidiane.
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