Mc 4, 26ss
Dopo aver risposto agli scribi e ai parenti, Gesù parla alle folle. I discepoli sembrano assenti, ma anch’essi devono ascoltare l’insegnamento di Gesù, per scoprire se sono davvero suoi parenti.
A che cosa paragonerò il Regno di Dio?.
Le persone a cui Gesù si rivolge non possono intendere i misteri del Regno. Egli cerca quindi il modo di annunciare loro la Parola, nel rispetto delle loro coscienze, e lo trova nelle parabole.
Il Regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra.
Dopo aver evidenziato le diverse fasi dell’attività dell’uomo, la semina, l’attesa, la mietitura, Gesù enfatizza la forza interiore del seme. La terra è il luogo in cui si manifesta l’energia vitale nascosta nel seme.
Il seme di cui si parla è la Parola di Dio: essa ha in sé una forza vitale autonoma, eppure ha bisogno di qualcuno che la semini e di una terra che la accolga e le consenta di esprimere tutta la sua forza.
Il Regno di Dio è l’incontro tra il seme della Parola Dio e la terra del cuore dell’uomo: ora che, grazie a Gesù, l’incontro è avvenuto, bisogna solo attenderne i frutti.
Attraverso vie che l’uomo non può controllare, Dio opera la crescita e la porta a compimento.
Il Regno non è opera nostra: è opera di Dio in noi. Tutto ciò che possiamo fare è credere: consentire al Dono di Dio di raggiungere e fecondare la nostra umanità.
Il Regno di Dio è come un granellino di senape.
Esso è un seme piccolissimo, ma una volta seminato, cresce e diventa un arbusto capace di dare riparo agli uccelli del cielo.
Anche la venuta di Gesù, all’inizio, sembra un fatto di poco conto, ma, nella sua iniziale piccolezza, essa è in grado di determinare l’avvento della salvezza promessa da Dio agli uomini: ciò che Dio inizia, lo porta a compimento.
Il Regno sembra poca cosa rispetto ai pensieri, agli impegni e alle preoccupazioni che popolano la nostra mente, il nostro cuore, i nostri giorni. Eppure quella piccolezza ha la forza di sostenere il nostro impegno quotidiano, perché ci radica in Dio, ci unisce alla forza di Dio.
Coloro che sono coinvolti negli umili inizi del Regno di Dio non devono perdere la fiducia nell’efficacia dell’opera di Dio, anzi: devono sentire la responsabilità nei confronti di tutti gli altri, perché tutti sono chiamati a sperimentare l’amore di Dio verso di loro.
Se accogliamo la Parola di Dio, il suo dinamismo vitale comincia a operare nel terreno della nostra realtà quotidiana: comprendere i misteri del Regno vuol dire affidarsi a questa forza di crescita, che sempre ci supera.
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