V Domenica di Pasqua C

Gv 13, 31ss

 Nel momento in cui Giuda esce dal Cenacolo per compiere il suo piano malvagio, Gesù celebra la sua vittoria come già avvenuta: Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.

La glorificazione di Gesù è un processo unico che comincia con la sua Passione e culmina nella sua Ascensione al cielo, nel suo ritorno presso Dio.

 Subito dopo Gesù avvia una lunga conversazione con quelli che sono rimasti nel Cenacolo, per prepararli alla sua morte e risurrezione, al suo nuovo modo di essere presente in mezzo a loro. Li chiama figlioletti e consegna loro il suo testamento spirituale: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

Essi non possono seguirlo subito, se non con la morte, ma, se osservano il comandamento nuovo, Gesù sarà presente in mezzo a loro, mentre continuano la loro vita in questo mondo.

 Come Gesù spiegherà in seguito, prima che un comandamento l’amore è un dono: è un dono che Gesù riceve dal Padre e condivide con i suoi discepoli. Il comandamento è quindi un invito a mettere in circolo il dono ricevuto da Gesù.

 Il comandamento è detto nuovo non tanto rispetto a quelli del passato, quanto perché corrisponde a un’alleanza nuova.

Se, infatti, alla prima manifestazione dell’amore di Dio per Israele corrispondeva la prima alleanza e la Legge di Mosè, alla nuova manifestazione dell’amore di Gesù per l’umanità corrisponde ora un’alleanza nuova, suggellata da un comandamento nuovo.

 Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Ai discepoli Gesù comanda un amore vicendevole sul modello del suo amore per loro: non si tratta solo di ispirarsi al suo esempio, ma di accogliere il suo amore e condividerlo con i fratelli. Questo amore li impegna nel servizio, nel dono totale di sé.

 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.

L’amore vicendevole sul modello di Gesù è il tratto distintivo dei discepoli di Gesù: tutti potranno riconoscerli  da come si amano.

Oltre che segno inequivocabile, l’amore vicendevole sul modello di Gesù custodisce in questo mondo la presenza di Gesù: continua a sfidare il mondo come lo ha sfidato Gesù e dà agli uomini di ogni tempo la possibilità di incontrare ancora Gesù.

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