
Gv 10, 27ss
Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente.
Ai giudei, che vogliono strappagli un’esplicita dichiarazione messianica, Gesù ricorda la testimonianza delle sue opere.
I segni compiuti da Gesù fino a quel momento, lo hanno rivelato a tutti come il vero Sposo d’Israele (Gv 2), come Colui che dà la vita (Gv 4), come Colui che guarisce il corpo e l’anima (Gv 5), come il Pane vivo disceso dal cielo (Gv 6), come la Luce del mondo (Gv 9).
Poco prima si era presentato come la Porta delle pecore e come il Buon pastore, pronto ad offrire la vita per le sue pecore.
Il fatto che i giudei non vogliono ascoltare la testimonianza delle tante opere di Gesù dimostra che essi non credono in Lui.
L’incredulità dei giudei dà a Gesù l’occasione di parlare di coloro che invece credono in Lui e che chiama mie pecore.
A differenza di tutti gli altri, coloro che credono in Gesù hanno un rapporto speciale con Lui: essi ascoltano la sua voce ed Egli li conosce; essi Lo seguono e Gesù dà loro la vita eterna e li protegge in modo che nessuno possa strapparli dalle sue mani.
Il potere protettivo di Gesù è lo stesso potere del Padre, che è più grande di tutti coloro che minacciano il suo gregge. Gesù infatti opera in unione col Padre e nessuno può strappare via le pecore dalla mano sua e del Padre.
Alla fine Gesù torna a Parlare del suo rapporto col Padre.
Fino a questo momento aveva detto che è venuto dal Padre (Gv 8, 42); che conosce il Padre intimamente (GV 8, 59); che ha ricevuto dal Padre il potere di giudicare (Gv 5, 21); che ha ricevuto dal Padre anche il comando di deporre e riprendere la sua vita (Gv 10, 18).
Ora dice: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Quello che Gesù fa per gli uomini scaturisce dalla sua intima comunione col Padre. Proprio perché il Padre e il Figlio sono una cosa sola, un’unica Realtà, possono congiungere a sé gli uomini come una cosa sola.
Questa unità, che è comunicata ai credenti, impedisce a chiunque di strapparli dal Padre e dal Figlio.
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